Talenti in fuga: perché i manager scelgono l’estero
Un fenomeno che si sta sempre di più diffondendo è quello della mobilità. Se una volta ad emigrare erano operai e manovali in cerca di fortuna, ora la migrazione coinvolge sempre maggiormente anche le categorie manageriali.
Vediamo quali sono le mete preferite e perché i talenti lasciano il nostro paese.
Non è un paese per giovani.
La motivazione principale che possiamo addurre alla fuga dei talenti all’estero è la difficoltà di fare carriera nel nostro paese. In Italia una laurea e un master non sono quasi mai sufficienti per poter approdare in azienda con ruoli manageriali.
Spesso giovani talentuosi entrano nel mercato del lavoro a trent’anni suonati e si trovano a dover fare ancora anni di gavetta, mentre all’estero, negli USA in particolare, vengono subito inseriti come c-level.
Più è alta la qualifica, più si moltiplicano le occasioni all’estero.
A partire, spesso con in mano già un’offerta di lavoro, sono soprattutto medici, ingegneri e specialisti dell’IT. Questo perché la formazione avuta in Italia a livello universitario è decisamente migliore di quella che si può ottenere studiando in altri paesi, soprattutto negli Stati Uniti. All’estero, inoltre, la remunerazione per questi professionisti è decisamente più in linea con degli standard di alto livello. Contrariamente a quanto avviene in Italia, dove un medico ospedaliero alla prima esperienza percepisce poco più di un operaio metalmeccanico specializzato.
Per non parlare, poi, dei livelli di welfare aziendale, che in Italia è spesso inesistente.
I talenti italiani sono attraenti soprattutto per il mercato del lavoro USA.
Se i nostri talenti sono sempre più attratti dagli States come meta per la loro carriera professionale, anche in America si guarda sempre più spesso all’Italia come bacino per attingere professionalità di elevata qualità.
Le aziende USA accolgono i nostri connazionali a braccia aperte perché hanno buone competenze e sono flessibili. Del resto, l’Italia ha fatto tantissimo e sta continuando a fare molto per gli Stati Uniti con i talenti italiani negli ospedali, nelle startup, nell’innovazione, nella tecnologia.
Come frenare l’emorragia di manager verso l’estero.
Come abbiamo visto dalle cause principali, scarso livello di retribuzione e bassa probabilità di fare carriera velocemente, è fondamentale che l'imprenditoria italiana faccia un salto culturale e cominci a dare fiducia ai più giovani (che sono comunque spesso trentacinquenni!) e a inserirli nella governance anche se non hanno decenni di esperienza: spesso basta solo la capacità e la buona volontà, oltre agli studi fatti!
La parte più difficile, però, riguarda la retribuzione. Un giovane laureato con master che ha studiato per quasi 10 anni non può essere considerato alla stessa stregua di un neodiplomato. Probabilmente non avrà esattamente le competenze che servono all’azienda, ma col suo bagaglio di studi riuscirà ad apprendere velocemente… e magari anche a migliorare procedure e routine!
Infine, è importante rispettare anche la persona oltre che il professionista. Sottovalutare il welfare aziendale è uno dei fattori deterrenti nei confronti dei talenti manageriali, esattamente come per i talenti della genZ.
Per selezionare la tua classe manageriale, affidati a chi, come noi di S&you, ha anni di esperienza nel saper valutare i talenti, contattaci.