Gestire l’invidia in ufficio ed essere produttivi

È capitato a tutti di vedere che un collega riesce ad ottenere dei risultati che a noi sono sfuggiti e provare un certo malessere, un senso di invidia. Non è facile metabolizzare i successi degli altri, soprattutto se anche noi ci siamo prodigati, ma senza successo. E più abbiamo condiviso con questo collega tempo e impegni, più sarà dura dissimulare il nostro malcontento.

Ma è possibile trasformare questa sensazione in qualcosa di positivo, qualcosa che ci aiuta a migliorare i nostri rapporti con i colleghi e la nostra stessa performance sul lavoro.

Vediamo come.

Rendersi conto di essere invidiosi è il primo passo per arrivare al benessere personale.

Far finta di non essere invidiosi non risolve il problema, anzi! Secondo la teoria elaborata nel 1988 dallo psicologo americano Abraham Tesser, il successo di un collega a cui siamo particolarmente vicini o legati impatta direttamente sulla nostra capacità di auto-valutazione, condizionando il giudizio su noi stessi e sulle nostre capacità. Infatti, chi sta al nostro fianco diventa automaticamente un punto di riferimento e un suo successo o avanzamento di carriera ci fa sentire come se fossimo “rimasti indietro”, minando così la nostra autostima. E non solo, quando l’invidia esplode può anche minare i nostri rapporti interpersonali.

Prendere coscienza di questa situazione può sicuramente aiutarci a ridare alle cose le giuste proporzioni e ad affrontare la il tutto in modo più obiettivo.

Lasciamoci ispirare dai successi altrui.

Dopo aver preso coscienza della nostra invidia cerchiamo di superare gli effetti negativi pensando ai nostri colleghi come fonte di ispirazione. I successi che le persone a noi vicine ottengono possono diventare la dimostrazione che l’impegno paga, così, se anche noi ci impegniamo a migliorarci costantemente, anziché pensare che gli altri siano stati fortunati, otterremo altrettanti risultati positivi.

Il circolo virtuoso del pensiero positivo ci aiuta a spostare l’attenzione dagli altri a noi stessi e, quindi, a renderci conto delle nostra capacità, dei nostri talenti… e a prendere coscienza delle nostre possibilità di successo.

Magari non raggiungeremo gli stessi traguardi dei nostri colleghi, o li raggiungeremo in altri ambiti, ma sapere di aver dato sempre il meglio di sé ed essersi messi in gioco migliorando sempre le proprie competenze non può che renderci soddisfatti di noi stessi e aiutarci a raggiungere uno stato di benessere.

Anche l’ammirazione è una forma di invidia, ma positiva!

Ammirare un collega è molto simile all’invidiarlo, ma con un risvolto positivo. Gli riconosciamo meriti e successi, ma sappiamo che questi derivano dalle sue competenze e dalle sue capacità e lo riteniamo sicuramente meritevole di ogni riconoscimento.

L’ammirazione non ci mette in competizione, ma ci stimola a lasciarci ispirare e a migliorare.

Riuscire a trasformare l’invidia in ammirazione ci aiuta sicuramente a creare intorno a noi un ambiente di lavoro positivo e produttivo e, di conseguenza, a dare anche noi il nostro meglio, facendoci sentire soddisfatti e appagati.

In sostanza, quando riusciamo a trasformare pensieri negativi e stressanti in altrettanti positivi e motivanti, anche le nostre performance sul lavoro miglioreranno. Innestare un processo favorevole, anziché vedere solo i nostri limiti e i successi altrui, stimolerà il nostro impegno e ci motiverà a raggiungere i nostri obiettivi. Oltre ad abbattere drasticamente lo stress e migliorare così il nostro benessere anche al lavoro.