Scogliera di cristallo: donne al potere se c’è crisi

La definizione “Scogliera di Cristallo” (Glass Cliff) è stata coniata nel 2004 dai professori britannici Michelle K. Ryan e Alexander Haslam dell'Università di Exeter, nel Regno Unito. In un loro studio hanno scoperto che le aziende che avevano nominato donne nei loro organi amministrativi erano quelle che avevano sperimentato un periodo di costanti e cattive prestazioni nei cinque mesi precedenti.

Il concetto di “Scogliera di Cristallo” quindi, indica quella situazione in cui nei momenti di grave crisi, quando ogni scelta comporta elevati rischi di fallimento e impopolarità, è più difficile trovare uomini disponibili ad accollarsi il compito, che viene più facilmente assegnato a una donna.

Ma vediamo alcuni esempi e perché le donne, nonostante tutto, accettano.

Troppi rischi, meglio una donna.

La prima donna ad aver vissuto una situazione simile è stata Margaret Thatcher eletta primo ministro di un Regno Unito in grave crisi dopo soli 4 anni di politica attiva. La situazione era troppo rischiosa, a livello di prestigio, perché un politico di lungo corso, uomo, si volesse prendere il rischio di fallire. La Thatcher era in un certo qual modo sacrificabile, non aveva una reputazione alle spalle da dover difendere e se le cose fossero peggiorate, si sarebbe presa la colpa e sarebbe sparita definitivamente dalle scene politiche senza che la reputazione dei grandi leader dei partiti potesse essere lesa. Governò dal 1979 al 1990 risollevando le sorti economiche della Gran Bretagna.

La scogliera di cristallo nel mondo imprenditoriale.

Il tema è tornato prepotentemente alla ribalta con la nomina di Linda Yaccarino come CEO di Twitter, dopo che Elon Musk, invitato a lasciare l’incarico da un sondaggio tra i frequentatori del social, aveva twittato “Mi dimetterò non appena troverò qualcuno abbastanza folle da accettare l'incarico!”. E poche settimane dopo, sempre in un tweet, aveva annunciato che la nuova CEO sarebbe stata proprio la Yaccarino, che finora si era sempre occupata solo di pubblicità.

Di sicuro la sua nomina va a rinfoltire il numero delle donne al comando di aziende tech, ma perché è stata scelta proprio lei, che parrebbe non avere alcuna esperienza nel ruolo?

Twitter non ha mai navigato in acque calme, sì sa, ma dall’arrivo di Musk in poi si è trovato davvero in un tornado: licenziamenti per poi riassumere, tentativi maldestri di aumentare il fatturato, mettendo a pagamento feature che storicamente erano garanzia di autorevolezza, come la spunta blu, o dando la possibilità agli account di guadagnare attraverso abbonamenti a contenuti specifici, senza contare l’”amnistia” a tutti gli account che durante la pandemia erano stati giustamente bloccati per comportamenti violenti o di cyberbullismo. Tutte cose che gli utenti storici di Twitter non hanno ben digerito e che hanno causato un progressivo abbandono della piattaforma.

Nessun uomo CEO avrebbe voluto raccogliere questa rischiosissima sfida ad alta percentuale di insuccesso, quindi… è stata scelta una donna.

Lo stesso era accaduto a Yahoo, nel 2012, quando in un momento in cui l’azienda stava perdendo terreno rispetto a Google, fu nominata CEO Marissa Mayer, ex dirigente proprio del concorrente numero uno. Si è dimessa nel 2017 dopo aver ricevuto aspre critiche soprattutto per la vendita al ribasso dell’azienda a Verizon.

Un altro caso è quello di Ellen Pao, investitrice, nominata amministratrice delegata di Reddit nel 2014 col compito di raddrizzare la piattaforma e dimessa nel 2015 in seguito alle reazioni negative degli utenti.

Ma allora perché le donne accettano un ruolo rischioso?

Le donne hanno in generale pochissime occasioni per arrivare a ricoprire posizioni di vertice, soprattutto nelle grandi multinazionali, nonostante siano qualificate. Per questo spesso accettano ruoli rischiosi: si tratta della prima opportunità di ottenere una posizione di vero potere ed è difficile rifiutare, anche quando i rischi sono evidenti.

È anche vero che le donne, in generale, sono più attrezzate per risolvere le crisi e raddrizzare una situazione difficile. Basti pensare a Mary Barra, CEO di General Motors, che ha salvato la casa automobilistica, finita sull'orlo del fallimento dopo il crollo finanziario del 2008. Oppure ad Anne Mulachy, che ha assunto il ruolo di amministratrice delegata di Xerox durante una crisi, ma è riuscita a far sì che l'azienda tornasse redditizia, prima di dimettersi nel 2009.

D’altro canto non dimentichiamo che, in caso di fallimento, le CEO donne vengono incolpate della crisi, per poi essere sostituite da un amministratore delegato maschio e bianco, un esempio di quello che i ricercatori chiamano “effetto salvatore”

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