Nuova normalità: adattare il recruiting al cambiamento

La figura del recruiter ha sempre avuto capacità di lungimiranza e adattamento, ma mai come ora, con la nuova normalità, è necessario adottare procedure di recruiting ancora più flessibili. Nei prossimi 5 anni, come previsto dal “Future of Recruiting Report” di LinkedIn, la tua professione cambierà totalmente e il tuo lavoro, anche se manterrai la stessa qualifica, richiederà nuove competenze.

Ecco qualche consiglio per non farti trovare impreparato di fronte al cambiamento.

Se il cambiamento è rapido, devi adattarti rapidamente.

Le necessità delle aziende cambiano e i candidati hanno nuove esigenze, quindi dovrai intercettare velocemente i bisogni del mercato.

Per farlo dovrai essere attento a ciò che accade intorno a te e dovrai reagire in modo positivo ad ogni cambiamento, uscendo dalla tua comfort zone. Per questo la prima qualità da allenare è la resilienza.

Il recruiting si è spostato online.

Se una volta si incontrava il candidato, lo si conosceva e si cercava di capire, a pelle, come valorizzarlo, ora, a seguito della pandemia, tutto il processo si è spostato nel mondo digitale.

Acquisire competenze digitali per utilizzare gli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione, come i tool di videoconferenza o i social media per creare un network “virtuale”, non sono, però, sufficienti. Lavorare online significa lavorare da remoto, in un ambiente casalingo dove le esigenze della famiglia e dei figli si sovrappongono a quelle del recruiter. Organizzare momenti per i colloqui online tenendo del tempo libero per aiutare i figli nei compiti diventa un impegno arduo se non si possiedono buone qualità di time-management.

Conquistare la fiducia senza guardarsi negli occhi.

L’efficacia di un percorso di recruiting dipende prima di tutto dalla fiducia che l’azienda o il candidato ripongono nella nostra professionalità.

La fiducia si conquista con un lavoro di background che non dipende solo dalle soft skill, ma che richiede tempo per costruire relazioni, anche sui social network e aggiornarsi costantemente sul mercato del lavoro e sull’innovazione tecnologica.
Condurre un colloquio da remoto dimostrandosi competente anche nell’uso dello strumento di video conference, ad esempio, è già un punto a nostro favore.

Bisogna dunque affinare le competenze pratiche e tecniche oltre che quelle empatiche.

Creare un terreno comune dove sia più facile incontrarsi.

Da sempre ogni rapporto tra persone si instaura principalmente per un meccanismo di identificazione. Avere una storia in comune, parlare la “stessa lingua”, aiuta il candidato a sentirsi a suo agio, sia che sia di fronte a voi fisicamente o virtualmente. Per questo motivo lo storytelling è da sempre un ottimo alleato del business, specialmente se il core del nostro business sono le persone. Per creare un terreno comune di confronto serve quindi affinare o acquisire anche una buona competenza narrativa.

Hai mai pensato a come ti vedono gli altri tramite il web?

Mai come in un mondo che sta andando sempre più verso le relazioni mediate dai social network bisogna curare la propria “immagine” professionale. Tutti possono accedere alle nostre pagine social e dobbiamo fare attenzione a non dare in pasto alla rete un’immagine che sia l’esatto opposto di quella che vogliamo far emergere. Per questo bisogna scrupolosamente curare ogni accesso online che porta nelle nostre vite, per non rovinare tutto il lavoro che facciamo nella nostra professione con una “foto sbagliata”. Quindi anche per il recruiter, soprattutto per il recruiter, curare il proprio personal branding è fondamentale. Anche se non si è un freelance.

Il recruiting non può prescindere dai dati.

Il mondo digitale fagocita ogni giorno delle quantità di dati impressionanti, che restano comunque a disposizione per la consultazione di tutti. Nelle procedure di recruitment non basta più la “sensibilità” personale per prendere le giuste decisioni. In un mondo sempre più “data-driven” anche il recruiter non può prescindere dalla lettura dei big data. La giusta interpretazione di alcuni parametri, di alcune abitudini, può aiutarti a selezionare la persona giusta in minor tempo. La “People Analytics” è sicuramente una delle competenze che ti farà rimanere al passo coi tempi.

Pensa alla tua persona per migliorare la tua performance professionale.

Dover fare attenzione a tutti questi aspetti, dover sviluppare skill tecniche e soft skill è sicuramente molto impegnativo. Inoltre, il clima di incertezza e di cambiamento improvviso di questa nuova normalità sono ulteriori fonti di stress. Non trascurare il tuo benessere, quindi, perché l’affaticamento potrebbe cancellare tutti i benefici di quanto visto qui sopra. Recentemente sono state sviluppate tecniche di mindfulness che ci aiutano a trovare un momento per noi stessi, ricaricare le pile ed essere sempre positivi nel nostro approccio anche professionale.

E tu, cosa stai facendo per migliorare le tue competenze per non farti trovare impreparato?