Manager che rientrano in Italia: come attirarli?

Che i nostri talenti migliori siano spesso costretti ad emigrare perché qui da noi non trovano i giusti riconoscimenti economici e le migliori condizioni per essere valorizzati e appagati, ormai è cosa risaputa.

Da qualche tempo il governo ha pensato ad introdurre degli incentivi fiscali per aiutare le aziende a “riportare a casa” questi nostre preziose risorse. Ma vediamo cosa altro può fare un’azienda per attrarre questi “cervelli in fuga”.

Incentivi, per chi sono e in cosa consistono?

Le agevolazioni governative hanno sempre cercato di attrarre quelle figure professionali di alto livello, con esperienze significative maturate all’estero, durante consistenti periodi di permanenza. Gli incentivi proposti, sono sempre stati di natura fiscale e prevedono l’abbattimento della base imponibile, in misura variabile, in base ai vari provvedimenti che si sono alternati nel tempo.

Il primo provvedimento risale all’anno 2003 e riguardava specificatamente la figura dei “ricercatori”. Durante gli anni successivi, tutti i Governi che si sono alternati, hanno sempre destinato cospicue risorse economiche per incentivare il rientro dei lavoratori nel nostro Paese. Anche le figure professionali interessate si sono ampliate; inizialmente erano previsti solo i ricercatori, successivamente, in base alle necessità nazionali interne, la platea si è estesa comprendendo, docenti, laureati, studenti, maestranze direttive, maestranze qualificate e manager.

Quali sono le misure finora adottate e come si intende procedere nei prossimi anni.

Finora il governo ha sempre cercato di compensare il massiccio esodo di risorse umane (soprattutto quelle più giovani) avvenuto nel corso di questi ultimi anni, creando nuove opportunità di lavoro in patria. O meglio, cercando di agevolare le imprese che avevano necessità di personale qualificato e manageriale e che non riuscivano a trovarlo a causa delle scarse possibilità di offrire loro retribuzione e welfare congrui. La leva principale di azione sono stati gli incentivi fiscali che però non sono un volano alla ripartenza molto efficace per un sistema complesso come quello del mondo del lavoro in Italia.

Anche per il 2024 saranno previsti, comunque, incentivi fiscali per i lavoratori in possesso dei requisiti di elevata qualificazione o specializzazione che riportano la loro residenza fiscale in Italia e che non risultano essere già stati residenti nel nostro Paese nei tre periodi d’imposta precedenti. A loro sarà riconosciuto un regime agevolato per un massimo di 5 anni. Potranno beneficiare di una riduzione della tassazione del 50 per cento, entro un limite di reddito agevolabile pari a 600.000 euro. A patto, però, che mantengano la residenza fiscale in Italia per almeno 5 anni, pena la restituzione dell’importo delle agevolazioni.

Ma gli incentivi fiscali non bastano!

Come abbiamo già visto, i lavoratori, specialmente quelli di livello manageriale, non si accontentano solo di riconoscimenti a livello economico. Ma cercano nelle aziende almeno lo stesso livello di welfare che trovano all’estero. A partire dalle cose più pratiche, come l’assistenza per la ricerca di un alloggio e per l'inserimento scolastico dei figli, fino a percorsi di onboarding personalizzati che tengano conto della loro esperienza e dell’apporto che possono dare in azienda.

Anche la possibilità di poter avere dei percorsi di mentoring che li aiutino col reinserimento culturale sono sicuramente un plus per chi abbandona una carriera lunga e fulgida all’estero per rientrare nel nostro paese.

Se la tua azienda è interessata a diventare un porto attraente per chi sta pensando di ritornare in patria, i nostri consulenti sono a tua disposizione per valutare insieme gli step da percorrere.