LINKEDIN, IL SOCIAL ALLEATO (E NON COMPETITOR) DEL RECRUITING
LinkedIn, nato agli inizi degli anni 2000, è uno dei social network più diffusi al mondo, principalmente dedicato alle aziende e ai professionisti. La sua finalità è infatti quella di creare connessioni tra le persone e il mondo del lavoro.
Approda in Italia nel 2011 e ad oggi ha rivoluzionato il processo di recruiting, diventando uno strumento fondamentale per i professionisti delle risorse umane.
La piattaforma LinkedIn ha molteplici funzioni:
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Permette ai recruiter di cercare profili specifici, di pubblicare annunci di lavoro e facilita il networking tra professionisti, candidati e aziende.
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Le aziende che possono utilizzarlo per promuovere il proprio brand e la cultura aziendale.
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Nei singoli profili possono essere inclusi consigli, case history e competenze validate da utenti terzi.
LinkedIn è quindi una piattaforma versatile e dinamica, da utilizzare anche come strumento di analisi per tematiche di recruiting e processi di assunzione.
Infine, LinkedIn permette di individuare ed entrare in contatto con quelli che nel mondo del lavoro vengono definiti “candidati passivi”, ovvero coloro i quali non stanno attivamente cercando una nuova posizione, ma potrebbero essere interessati ad eventuali opportunità future.
Una piattaforma versatile
È proprio in tale circostanza che si delineano le diverse tipologie di utenza: da chi sta dietro la piattaforma a chi imposta le ricerche, da chi ha più esperienza lavorativa a chi è più acerbo ma vanta più dimestichezza nel maneggiare “parole chiave” e farsi notare meglio dagli algoritmi.
Il talento nella ricerca booleana è la vera strategia di tutto. La capacità nel saper utilizzare nel miglior modo possibile i filtri risulta elemento determinante.
In sintesi, LinkedIn gioca un ruolo cruciale nel recruiting moderno, ma come tutti gli strumenti è fondamentale saperlo utilizzare nel migliore dei modi, permettendo quindi un processo di selezione più efficace e mirato.
Anche LinkedIn a rischio hater
Importante è il corretto utilizzo da parte dei recruiter, d’altro canto non si possono tralasciare aspetti più formali, per risultare sempre cortesi e rispettosi verso tutti gli utenti.
Perché anche LinkedIn non è immune da comportamenti tossici: frequenti sono le esperienze di insulti all’interno di commenti su articoli, post o anche messaggi privati, creando così un ambiente ostile per coloro che tentano di partecipare a discussioni costruttive, o semplicemente riversando frustrazione e disaccordo verso persone che stanno svolgendo il proprio lavoro. LinkedIn, in ultima analisi, è un moltiplicatore di contatti a disposizione di tutto il mondo HR, dei candidati e delle aziende. Come ogni strumento, anche per quelli più performanti, non comprende le competenze che servono per utilizzarlo al meglio. Inoltre, anche la presenza di candidati esperti nell’utilizzo della piattaforma non garantisce di per sé le qualifiche e le skill necessarie per rispondere al meglio alle offerte di lavoro.
Un alleato, non un competitor
Ecco perché LinkedIn, a dispetto di quanto si possa pensare, non rappresenta un competitor per le società di recruiting, tanto più per il settore dell’Head hunting. Piuttosto è un alleato, per diffondere ulteriormente le job solution che le aziende continuano ad affidare ad esperti e professionisti del settore.
a cura di Arianna Toscano, Senior Recruiter