IL VALORE AGGIUNTO DELLE DONNE STEM

In pochi lo sanno, ma l'11 febbraio è la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza. È stata istituita nel 2015 dalle Nazioni Unite per promuovere un accesso pieno e paritario alla partecipazione e alla ricerca scientifica. L’Italia aderisce dallo scorso anno, con iniziative e incontri, in presenza e online.

Quest’anno, però, il clima è molto diverso, perché l’appuntamento coincide con un’altra giornata celebrativa, molto ingombrante, come quella del Safer Internet Day, organizzata ogni anno nel secondo martedì di febbraio in oltre 120 Paesi. Una ricorrenza importante, che vede impegnata anche Synergie per sensibilizzare l’opinione pubblica su fenomeni quali cyberbullismo e violenza online.

Una sovrapposizione casuale, ma che ancora una volta sembra collocare le “Donne STEM” in seconda fila quando si parla di scienza, innovazione, engineering.

Per molti, invece, una coincidenza fortunata, per ribadire la persistenza di quei luoghi comuni e pregiudizi che limitano l’accesso e la valorizzazione delle donne in questi settori.

Ragazze italiane in crescita, ma sotto la media in UE

Secondo l’ultima indagine Ipsos per Save the Children, le materie scientifiche continuano a essere percepite dalle ragazze come “poco adatte”. Le studentesse italiane iscritte ad un corso di laurea nelle cosiddette materie Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) sono solo il 14,5% di quelle che frequentano le università, ben al di sotto della media europea. Il fattore decisivo restano gli stereotipi di genere, che rappresentano un freno, prima culturale poi economico, nella scelta del proprio percorso di studi. E non solo.
Anche le laureate in ambito scientifico tendono a rinunciare alla carriera accademica. Solo il 33% dei ricercatori sono di genere femminile, appena il 26% delle donne ricopre ruoli apicali, nelle università come nelle aziende. Un trend che interessa tutta l’Europa, ma che vede l'Italia in terzultima posizione. Eppure le donne, dati alla mano, sono più brave, con una valutazione medio di laurea pari a 104 su 110, mentre ben il 57,6% conclude il percorso di studi nei tempi previsti rispetto al 53% degli uomini.

Tra innovazione e arretratezza

Sembra paradossale, eppure il settore dove il divario fra uomini e donne è più marcato è proprio quello scientifico e tecnologico. Innovazione, avanguardie tecnologiche, digitale e ricerca scientifica sono i settori per antonomasia proiettati sul futuro. Ciò nonostante questi comparti risultano i più refrattari al progresso, almeno per quanto riguarda la parità di genere. Una tendenza che, in primo luogo, si spiega con il falso mito che vede gli uomini più portati delle donne a studi di tipo tecnico-scientifico. Dopo cinque anni dalla laurea Stem il dato di occupazione femminile è al 90%, ma il divario retributivo con gli uomini è pari a circa il 12% in meno.

Il valore aggiunto delle Donne Stem

Una maggiore presenza femminile nelle professioni STEM sarebbe un beneficio per l’economia in generale. Lo dimostra uno studio dell’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (EIGE). I dati confermano che il contributo delle donne, a partire dalla spiccata propensione a collaborare e a condividere i risultati, arricchisce la varietà della ricerca scientifica e tecnologica, stimolando l’innovazione e quindi il progresso e la crescita della società.

I lavori del prossimo futuro saranno molto legati all’intelligenza artificiale, alla valutazione dei dati, al settore dell’informatica e delle tecnologie.

Analizzando in profondità i dati che riguardano i settori STEM troviamo che le laureate in informatica e tecnologie ICT sono il circa 16% del totale. Nel campo dell’ingegneria industriale e dell’informazione, le donne laureate sono il 27% del totale mentre nei settori dell’architettura e ingegneria civile sono attorno al 48%.

Lo scenario

Da ciò deriva che, nei prossimi decenni, la domanda di lavoro nei settori tecnologici e scientifici rischia di non trovare riscontro e risposta, soprattutto nel mercato interno del lavoro.

Il mondo delle professioni e delle imprese si dirige verso la necessità di competenze tecnologiche sempre più specifiche. In questo senso il contributo delle donne rappresenta una risorsa fondamentale per lo sviluppo della ricerca e per nuove prospettive economiche nel campo dell’impresa e delle professioni. Per questo S&you, da sempre attenta a queste tematiche, aderisce alla settimana STEM a partire dalla call to action #WomenInScience lanciata dai grandi laboratori internazionali come il CERN di Ginevra.