Ferrero: quando il punto di riferimento è il cliente

Quando ha iniziato ad occuparsi di dolci, erano quelli della pasticceria del padre Pietro. La famiglia Ferrero era rientrata ad Alba da Torino per la guerra e il giovane Michele si trovava a vivere una trasformazione epocale. In dieci anni la pasticceria di famiglia diventa un laboratorio dolciario e quindi un’azienda che è ancora oggi un colosso tra le multinazionali.
Michele Ferrero e la Nutella.
Negli anni della trasformazione dell’azienda Michele è protagonista della sua evoluzione. Con lui la Ferrero varca i confini nazionali e comincia a vendere anche all’estero. Il prodotto di punta, una crema spalmabile al cioccolato e nocciole, ha un nome troppo difficile per gli stranieri, Gianduijot. Bisogna quindi trovarne un altro, più facile da pronunciare anche oltralpe. Nasce così la Nutella. Ma Michele non cambia solo il nome, ma anche la formula: la rende più densa. E deposita la ricetta che rimane segreta.
Un imprenditore visionario che ha sempre trovato quello che piaceva alla sua clientela.
Michele Ferrero, oltre alla ricetta della Nutella, inventa anche altri prodotti che ora sono diventati icone: dai Tic Tac, al Mon Cheri; dal Rocher all’Estathe e a tutta la linea Kinder, che, con gli anni, sono entrati non solo nelle nostra abitudine, ma anche nella nostra cultura.
Questo grazie non solo al suo genio, ma anche alla sua capacità di ascoltare il suo cliente medio, “la Valeria”, come gli piaceva raccontare. Era la sua rappresentazione della mamma che fa la spesa e che decide cosa mettere nel carrello per i propri figli; della zia, della nonna. E sono proprio “le Valerie” di tutto il mondo che decretano il successo o meno di un prodotto.
Per questo ancora oggi, in estate, si ritirano determinati prodotti, per non associare il nome dell’azienda con qualcosa di sciolto e rovinato e deludere le massaie che si fidano della qualità Ferrero.
Non solo cioccolato.
Oltre alle intuizioni geniali per dei prodotti innovativi, Michele Ferrero è sempre stato anche un manager illuminato. Già negli anni ‘80, infatti, era attiva la Fondazione Ferrero: un vero e proprio ente sociale che si prendeva cura degli ex dipendenti e che si dedicava alla promozione di iniziative culturali. Fino ad arrivare negli anni 2000 a dare vita alle Imprese Sociali Ferrero, con lo scopo di creare posti di lavoro nei paesi emergenti e curare l’educazione e la salute dei bambini di quelle zone.
Forbes, nel 2014 stimò che Michele Ferrero fosse l’uomo più ricco d’Italia, ma la sua forza imprenditoriale è sempre stata quella di ascoltare le esigenze che arrivano dal basso, assecondarle e, qualche volta, anche anticiparle.
Foto da La Stampa