E LA CHIAMANO ESTATE, IL LAVORO NON VA MAI IN VACANZA

Ci siamo! Per molti sono già cominciate le meritate vacanze, oppure per certi versi non sono mai finite, o meglio dire cominciate! Facciamo un po’ d’ordine: non si tratta di una contraddizione, ma di un nuovo modo di intendere il lavoro o, appunto, le ferie. Due facce di una stessa moneta, che gira su se stessa e che quasi non concede distinzioni tra il lato del lavoratore e quello del turista. Si chiama workation, il fenomeno che sta emergendo a livello globale e che sta prendendo piede soprattutto nei paesi anglosassoni. Unisce professione e tempo libero in una sola esperienza, alternando giorni/ore di lavoro con un senso di libertà difficilmente immaginabile fino a pochi anni fa.

Non solo Covid

Lo smart working c’entra poco, lo stesso vale per la famosa “settimana corta”. Lavorare da ogni parte del mondo, stabilendo i propri tempi e ragionando sulla base di obiettivi e risultati. Una facoltà già difficile per i liberi professionisti, ma che con un po’ di metodo, qualche rodaggio e una buona dose di fiducia, potrebbe valere anche per i lavoratori dipendenti.

Nasce il South Working

D’estate, si sa, le grandi metropoli si svuotano. Soprattutto in Italia la bella stagione segna una migrazione nel Mezzogiorno, dove molti lavoratori rientrano nelle terre d’origine per trascorrere le vacanze. Ma si può vivere al Sud pur lavorando per un’azienda del Nord? In molti ci sono riusciti, tanto da coniare il termine south working. Una tendenza che assicura molti vantaggi, in termini economici e di vivibilità.

In vacanza la testa lavora meglio

Le ferie sono un diritto irrinunciabile. Lo stabilisce la Costituzione. Ciò però non significa che durante la vacanza non si possa “lavorare su se stessi”. Chi lo dice che non si debba fare altro che riposarsi. Quest’anno la comunicazione di S&you ha lanciato: #CompitidelWeekend, una nuova rubrica con le job solution più interessanti della settimana. Se la logica consiglierebbe di pubblicare la proposta lavorativa nei primi giorni della settimana, la nostra scelta è caduta invece sul venerdì. Non si tratta di una provocazione, bensì di una convinzione; per cercare un nuovo lavoro bisogna dedicarsi del tempo, a mente libera e non nei ritagli di una frenetica settimana lavorativa.

Allo stesso modo, le ferie possono essere il periodo più propizio per attuare un cambiamento, programmando quel passo in avanti che abbiamo immaginato da tempo, ma che non abbiamo avuto il tempo di ponderare, soppesare e preparare. Una scelta, perché no, da mettere in pratica una volta rientrati al lavoro, tanto più con il pieno di energie dopo il meritato riposo.

Cambio di passo

Che sia una nuova posizione, un progetto o una svolta lavorativa poco importa. Quello che conta è trovare la giusta motivazione per affrontare la nuova stagione lavorativa.

Come può aiutarci quindi la tanto anelata estate?


1. Ecco l’occasione per farsi notare
La stagione estiva è una ghiotta occasione per farsi notare dai recruiter e dagli head hunter. D’estate si inviano meno curricula e le candidature latitano, come pure le attività di public relation, spesso determinanti per intuire nuove possibilità e anticipare la concorrenza. Inoltre, sono molte le aziende che nei mesi estivi pianificano le assunzioni in previsione dell’autunno.


2. Rinfrescare e selezionare i propri contatti
Non importa se ci sono posizioni aperte, se abbiamo individuato un’azienda ideale per misurare le proprie competenze o per mettere a disposizione la propria esperienza, mandare un segnale non guasta, anzi! Inviare una lettera di presentazione, magari affiancando un piccolo portfolio, permetterà di entrare in contatto con un potenziale datore di lavoro. Un’occasione utile per farsi notare dalle risorse umane, dati i ritmi di lavoro più rilassati.


3. Aggiornare se stessi, non solo il curriculum
Fare qualche passeggiata sulla battigia o su un altopiano non è solo un buon esercizio zen, ma permette di entrare in contatto con le proprie ambizioni, anche in termini lavorativi. Tracciare un bilancio consuntivo e previsionale della stagione che è stata e di quella che sarà aiuterà ad eliminare le scorie e a guardare con più lucidità alle proprie aspettative, come pure ai propri limiti.


4. Formazione sotto l’ombrellone

Oggi per aggiornarsi professionalmente non è necessario partecipare a meeting, fiere o eventi specializzati. In Rete si trova di tutto, anche gratis. Tutorial, Ted, corsi online sono sempre a disposizione per aumentare le proprie skills.

E se abbiamo optato per il digital detox? Niente paura, possiamo ricorrere al buon vecchio libro. Non per forza noioso. Anche una bella biografia, da Steve Jobs ad Agassi, può regalare sorprese e spalancare orizzonti. Persino in riva al mare.