Che cambiamenti riserverà il 2023 nel mondo del lavoro?
Abbiamo visto nell’articolo di chiusura dell’anno come nel 2022 si siano cambiate certe abitudini di lavoro. Vediamo come, anche a livello di provvedimenti governativi, si tradurranno in novità nel 2023.
Vediamo una rapida carrellata sulle misure previste dalla Manovra di Bilancio e dal decreto Milleproroghe.
Lo smart working obbligatorio solo per i lavoratori fragili.
Resta evidente che ogni azienda potrà stabilire insieme ai propri dipendenti come gestire il lavoro da remoto, tuttavia se prima lo smart working era obbligatorio per legge anche per i genitori di figli under 14, ora rimarrà appannaggio solo dei lavoratori fragili. Tutti gli altri, invece, a meno che il contratto aziendale o gli accordi col datore di lavoro non lo prevedano, torneranno in ufficio.
Esonero contributivo e reddito di cittadinanza.
Per le aziende che assumeranno stabilmente donne svantaggiate, under 36 e percettori del reddito di cittadinanza ci sarà un esonero contributivo totale fino a 8mila euro.
Si introduce, infatti, il concetto di “occupabilità” per i percettori di reddito di cittadinanza per i quali il sostegno si ridurrà a sole 7 mensilità e decadrà dopo il primo rifiuto ad un’offerta anche non “congrua”. Per i 18-29enni che non hanno finito la scuola dell’obbligo sarà subordinato alla frequenza di corsi formativi.
Come cambierà la cassa integrazione.
La manovra prevede 5 interventi, a partire dal primo da 70 milioni di euro a beneficio delle imprese in un’area di crisi industriale complessa.
Saranno poi resi disponibili 50 milioni per prorogare l’integrazione salariale per crisi aziendale, finalizzata alla gestione degli esuberi di personale; altri 30 milioni di euro per l’anno 2023 rifinanzieranno l'indennità onnicomprensiva, pari a 30 euro, per ciascun lavoratore dipendente da impresa adibita alla pesca marittima e, infine si stanzieranno 10 milioni di euro per finanziare le misure di sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti dalle imprese del settore dei call center.
Sarà previsto anche un intervento da 19 milioni di euro per i lavoratori ex ILVA.
Cosa cambierà per i lavoratori stranieri.
Il decreto Milleproroghe vedrà anche per l’anno 2023 la semplificazione delle procedure di rilascio dei nulla osta al lavoro per cittadini non comunitari. In particolare, verrà estesa al tutto l’anno la competenza dei professionisti in materia e alle organizzazioni dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale per la verifica dei requisiti concernenti l’osservanza delle prescrizioni del contratto collettivo di lavoro e la congruità del numero delle richieste presentate. Il nuovo decreto flussi, poi, prevede che il prossimo anno potranno entrare in Italia 82.705 lavoratori stranieri.
Questa è solo una veloce carrellata senza pretese di completezza, ma per chi fosse interessato ad approfondire segnaliamo l’articolo sul sito del MEF.
Le nostre filiali restano a disposizione per ogni consiglio o consulenza per nuove assunzioni, anche per le categorie protette e in caso di lavoratori stranieri.